Disturbi articolari.
Uno dei problemi di più frequente riscontro è la disfunzione dell’apparato stomatognatico. Tale definizione potrebbe risultare poco chiara alla maggioranza dei lettori, perciò indicherò i sintomi più noti: presenza di dolore durante l’apertura e la chiusura della bocca, rumori, cefalee…
In pratica individuiamo i sintomi principali rappresentati dal dolore muscolare delle mandibole, dai dolori provocati alla palpazione dell’articolazione mandibolare e dai limitati movimenti della mandibola stessa; e i sintomi secondari rappresentati da cefalee, dolori facciali, nucali, dorsali, dolore ai denti, sensazione di bruciore della lingua, sensazione di “metallo in bocca”.
Questi dolori, se non viene rimossa la causa, tendono a diventare cronici e le cause ad aggravarsi, per cui consiglio di recarsi presso uno studio odontoiatrico dove possa essere eseguita la visita specialistica al fine di poter individuare e risolvere il problema.
Normalmente, già con la palpazione si possono individuare i muscoli dolenti nella bocca e successivamente attraverso l’auscultazione dell’articolazione temporo-mandibolare (quella con cui la mandibola si articola con la testa) si ricercano i rumori più caratteristici: i click (secchi e brevi) o gli scrosci (prolungati e dal caratteristico crepitio); inoltre si procederà con la prescrizione di radiografie della bocca e delle articolazioni interessate e lo studio di calchi delle arcate dentarie per individuare le cause che provocano tali problemi.
Una volta che l’odontoiatra entra in possesso dei dati raccolti, procederà nella ricerca delle cause che possono essere preposte a questi disturbi. Ad esempio potrebbero essersi verificate malocclusioni per problemi ortodontici, alterate chiusure della bocca per estrazioni di elementi dentari non più sostituiti, presenza di denti otturati male, presenza di denti necrotici ed ascessi, sovraccarico della muscolatura masticatoria per abitudini viziate dello stesso paziente.
Potete evincere con facilità la frequenza con cui tale patologia si può riscontrare nei pazienti e naturalmente anche l’impossibilità di risolvere tutto con una sola terapia. Al fine di evitare questa disfunzione necessita, quindi, una visita accurata nel caso in cui possa esserci solo il sospetto, come, ad esempio, la comparsa di un sintomo secondario, proprio per la natura della patologia che se intercettata in tempo eviterà al paziente fastidiosi e dolorosi inconvenienti.
Dott. Giammarco Smaldone