Odontofobia.
Il concetto più fortemente radicato alla mia professione è ahimè l’atavica paura che viene suscitata nella maggior parte dei pazienti, concetto su cui sono stati costruiti luoghi comuni, leggende metropolitane, film di successo e quant’altro ancora. L’odontofobia, il suo termine esatto, è purtroppo una manifestazione che frequentemente viene manifestata anche da persone normalmente equilibrate e coraggiose. Essa infatti si collega sia ad una tradizione che affonda nella nostra storia ( ci si ricordi che solo agli inizi del secolo passato l’utilizzo dell’anestesia ha fatto capolino nella pratica odontoiatrica ) e nelle esperienze passate, soprattutto infantili, in quanto nei decenni passati era meno importante l’approccio psicologico al paziente.
Oggi il nuovo modo di approcciare alla professione viene rimarcato sia dalla formazione universitaria, durante la quale questi aspetti vengono approfonditi, sia dall’aspetto sempre più preponderante nella nostra professione dei risultati estetici, che dalle attrezzature sempre più sofisticate che l’Industria mette a disposizione; infatti, solo per poter fare un esempio oggi abbiamo a disposizione aghi per eseguire l’anestesia molto più sottili di quelli comunemente utilizzati per le altre branche mediche. Quindi per tutti coloro i quali non siano affetti da stati di ansietà patologica, risulta necessario che si instauri un rapporto di fiducia basato sia sulla competenza e l’esperienza del professionista, che dalla consapevolezza del paziente stesso di vedere tutelata la sua salute.
Per tale motivo è fondamentale consentire al paziente un ragionevole lasso di tempo per adattarsi ed abituarsi all’ambiente dello studio. In base alla mia personale esperienza posso assicurare che anche impiegando due, tre sedute per l’introduzione dei pazienti più sensibili alle cure odontoiatriche, si avranno benefici consistenti legati alla collaborazione in questo caso assicurata da soggetti senza dubbio ben motivati e consapevoli.